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Mar 24, 2023 Last Updated 10:04 AM, Mar 22, 2023
L’attenzione nel realizzare i nostri piatti è comprensibilmente spesso concentrata sulla loro estetica e bellezza finale in modo da colpire chi invitiamo alla nostra tavola, ma a guardare sono gli occhi e se questi funzionano male anche il più bel piatto diventa superfluo, tuteliamoli allora consumando i cibi giusti così da poter ammirare sempre al meglio le ricette che proponiamo o ci propongono!!

Rendere i piatti piacevoli alla vista è importante perché può vincere molte diffidenze verso determinati cibi, aggiunge una forte dose di bellezza che appaga già di per se l’appetito, stimola al consumo consapevole e creativo.

Ma la vista è anche importante saperla curare perché dipende direttamente dalla salute degli occhi a loro volta protetti da molte delle sostanze alimentari che abbiamo a disposizione e che serve conoscere e portare in tavola.

Sono soprattutto le sostanze antiossidanti ad avere un ruolo importante e in questa selezione rientrano le vitamine A, C, E, i carotenoidi, i sali minerali e oligoelementi come zinco e selenio.

In alcuni studi tuttavia l’attenzione si è concentrata su due sostanze specifiche che hanno dimostrato grande utilità, si tratta di due carotenoidi, la luteina e la zeaxantina presenti nella retina dell’occhio e abbondanti nelle verdure a foglia verde.

L’azione protettiva e preventiva coinvolge l’invecchiamento della retina che viene rallentato così come l’insorgenza di patologie parallele.

Non sono solo gli occhi a beneficiarne perché queste preziose sostanze aiutano l’efficienza del sistema cardiocircolatorio in generale contribuendo a rafforzare i vasi sanguigni e prevenendo una serie di patologie circolatorie.

Tra gli ortaggi da tenere più in considerazione dove abbondano luteina e zeaxantina ci sono cavolo verde, spinaci, broccoli e cavolini di Bruxelles nella stagione più fredda, piselli, fagiolini verdi, zucchine, lattuga e zucca in quella calda.

Un idea d’uso per questo periodo? Proviamo a darle con uno dei cavoli più affascinanti e simpatici che ci può capitare di usare in questi mesi, i cavolini o cavoletti di Bruxelles!

Puliteli bene (l’operazione è in realtà semplicissima quasi sempre basta scartare solo le foglie esterne più rovinate) e cuoceteli di preferenza a vapore o lessateli per 10 minuti abbondanti.

Intiepiditeli, tagliateli a metà e conditeli con un trito di prezzemolo, aglio e timo fresco, aggiungete poco olio e sale e dei pinoli tritati grossolanamente, trasferite in una pirofila rivestita con carta da forno e lasciate gratinare a 180 gradi per meno di 10 minuti.

E poi se avete voglia raccontatemi il risultato, sicuramente oltre al palato la vostra vista vi ringrazierà molto!!!

Sempre più studi, alcuni in particolare verranno riportati a breve sul sito, indicano come ci sia una vera e propria dipendenza dal cibo industriale processato e ultralavorato con danni simili alle altre dipendenze negative da sostanze ricorrenti. Se per alcune tipologie di ricette articolate e lunghe questo meccanismo è in piccola parte comprensibile non lo è assolutamente per cibi semplici e veloci da preparare come gran parte delle verdure fresche!

Il cibo pronto da acquistare e semplicemente consumare può avere mille sfumature diverse, possiamo ad esempio trovare paste fresche ripiene e non come altre tipologie simili, cioè elementi mediamente elaborati da rendere abbastanza comprensibile la voglia ogni tanto di trovarseli pronti da cuocere semplicemente.

Ci sono poi le tipologie anche già cotte che richiedono solo il riscaldamento, un gradino più elevato e saltuariamente tollerabile se le condizioni ambientali e di circostanza impediscono magari di poter fare altro.

Le situazioni di impedimento in questo senso possono essere molteplici e giustificare anche un'eccezione in chi di solito prepara da se tutto, a patto che la lavorazione di questi cibi sia stata semplice senza la presenza di troppo ingredienti estranei alla natura del prodotto in se.

Quando si arriva alle insalate sigillate in atmosfera controllata pronte solo da aprire e mettere in ciotola e a carote e tanti altri ortaggi simili già tagliati i dubbi sull’opportunità di reperire cibo pronto cominciano a diventare tangibili.

Perché onestamente il tempo di lavare e tagliare un insalata da se, sbucciare una carota o una patata, pulire dei fagiolini o dei peperoni è semplicemente ridicolo in termini di quantità da mettere in conto nel proprio spazio temporale.

Considerando che ci sono semplici attrezzi di cucina (pensiamo a una banale e economica centrifuga da insalata, un pelapatate estremamente poliedrico nelle sue funzioni, ecc) che rendono questo ancora più veloce e semplice.

Con il vantaggio di essere più sicuri dell’igiene complessiva, sottoporre a un’ossidazione minore le parti vegetali tagliate al momento, pagare una cifra infinitamente più bassa.

E anche quando si tratta di preparare elementi in apparenza più complessi c’è sempre un piccolo attrezzo economico che può velocemente aiutare.

Basta dunque sforzarsi di trovare sempre quei pochi minuti in cucina e se non ci sono impedimenti oggettivi prepararsi in molto meno tempo di quello che si teme le verdure fresche con pieno godimento del palato e enorme beneficio per l’organismo!

Scegliere frutta di stagione non è un semplice slogan o inutile fissazione alimentare in un mondo produttivo che cerca di farci trovare sempre tutto di tutto, può servire anche a equilibrare meglio la nostra dieta facendoci ad esempio consumare molti meno zuccheri aggiunti assaporando tutte le altre amabile molecole che solo la frutta di stagione contiene!

 

L’abuso di sostanze potenzialmente molto nocive per l’organismo come zucchero e sale è strettamente collegato con l’uso dei sensi mentre non solo degustiamo, ma anche quando prepariamo i cibi.

Usare i propri sensi (tutti insieme e nessuno escluso) in maniera intelligente, profonda e attenta rapportandoli alle sostanze alimentari parallele che li sanno influenzare ed esaltare è una strategia molto efficace e promettente.

In questo senso la ricerca moderna ci da un grande aiuto grazie ai numerosi studi che non si fermano alle sole componenti nutrizionali e alle loro prerogative.

Parlando del gusto dolce e del suo aspetto organolettico che coinvolge più sensi è interessante evidenziare come i fattori che influenzano la sensazione dolce siano molteplici e non necessariamente legati alla componente o percentuale di zuccheri presenti in uno specifico cibo.

Ad esempio in uno studio portato avanti da ricercatori trentini e poi pubblicato su una prestigiosa rivista si sono volute analizzare le componenti specifiche di ben 40 varietà di mele rapportandole alle sensazioni di dolcezza rilasciate al palato con il coinvolgimento anche degli altri sensi come la vista e l’olfatto.

Tra le altre considerazioni interessanti e utili si è scoperto che la componente zuccherina contenuto nel frutto (con differenze a volte sostanziali tra le tante varietà territoriali) influisce solo per i 2/3 a livello organolettico.

Il resto delle sensazioni piacevoli tendenti al dolce è rilasciato in realtà dagli aromi naturali del frutto, composti volatili che contraddistinguono le singole varietà e coprono fino al 30% il gusto dolce.

Tutto questo però è presente in particolare nella frutta stagionale arrivata all’esatto grado di maturazione con un tempo di tolleranza di alcune settimane.

Un acido organico chiamato Malico molto conosciuto nel mondo del vino e presente in buone quantità nelle mele, infatti, tende a diminuire con il progredire della maturazione e della conservazione del frutto.

Scegliere frutta di stagione diventa quindi anche un modo per limitare il consumo di zuccheri riempiendo il nostro palato di una maggiore soddisfazione organolettica e introducendo allo stesso tempo nutrienti sempre estremamente preziosi per la salute!!!

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