Quattro frutti e un dessert, questa la sintesi di una proposta dolce che somma le prerogative di salute e gusto di alcuni tipici prodotti dell’autunno non così frequentemente abbinati insieme nelle proposte di pasticceria.
Le castagne sotto forma della loro eccellente farina che qui serve da base per preparare semplici e aromatiche frittelle in abbinamento con le miracolose noci e l’uvetta secca.
L’uva fresca si aggiunge a quella secca nella composizione parallela che accompagna le frittelle dove si sposa alle rosse bacche di melagrana, il tutto viene enfatizzato da zenzero fresco e buccia di limone in un trionfo di abbondanti elementi di benessere e piacere a tavola!
La zucca è una sorta di ortaggio magico che mescola le sue ambizioni da grandi piatti salati come le paste ripiene o le zuppe buone autunnali con quelle altrettanto intriganti di dolci, dolcetti e dessert!
In questa semplice preparazione si presta in comunanza con cioccolato e noce di cocco nella realizzazione di golosi pasticcini da servire da soli o accompagnare da qualche salsa dolce classica o meno e magari aromatizzata in maniera originale come può essere il tocco aromatico portato dalle foglie di alloro.
La ricetta fa parte del pregevole libro dello Chef Giuseppe Capano “Dolci senza glutine” e utilizza come farina legante e strutturante quella ottima di riso ancora meglio se si trova in versione integrale, mentre e profumare in maniera estremamente gradevole ci pensa la buccia di arancia che sa tanto di autunno inverno i mesi migliori della zucca!!!
Nei libri di cucina soprattutto a livello professionale quando si preparano diverse salse, creme, zuppe e composti similari viene spesso citata una parola misteriosa, il roux.
In realtà si tratta semplicemente di un vantaggioso legame tra un grasso, burro e olio quelli più usati, e la farina (può andare bene anche integrale) o uno sfarinato similare come alcuni amidi.
Questa unione particolare e funzionale consente poi quando inglobata in un liquido di ottenere effetti addensanti e aggreganti molto stabili e potenti.
Nella elaborazione tradizionale è essenziale il passaggio della cottura perché l’effetto abbia efficacia con un rapporto medio di 1:1, cioè una parte di grasso e uno di farina.
Aumentando la quantità di farina si ottiene un effetto più addensante e potente, diminuendo un effetto meno forte ma più dolce, cremoso e fluido, in tutto questo bisogna però fare attenzione all’equilibrio compositivo in modo che il roux finale sia sempre predisposto al meglio nel ricevere i liquidi successivi.
Per chiarire: se troppo denso e duro farà molta fatica a integrarsi adeguatamente con il resto degli ingredienti, se troppo fluido e “liquido” tradirà probabilmente un eccesso inutile di grassi!
Anche se nella versione classica si usa normale farina di frumento spesso la presenza di glutine può essere un problema a livello di tolleranza e se il glutine è anche eccessivo con farine forti si rischia di non ottenere una consistenza perfettamente cremosa.
In questa ottica le alternative non mancano a partire dall’ottima farina di riso e se non disturbano fibre e colore dall’altrettanto valida farina di grano saraceno per rimanere nel repertorio classico, ma ottime opzioni sono anche le più moderne farine di quinoa, miglio e sorgo.
Gli amidi come la maizena hanno, invece, il vantaggio di non richiedere necessariamente un grasso per legare e addensare, basta scioglierli con un liquido freddo evitando la formazione di grumi (ma è difficile che si formino) e tramite la cottura addensare i composti.
Serve solo l’accortezza di sciogliere inizialmente l’amido in un quantitativo di liquido molto basso e una volta formata una cremina liscia e morbida mescolarlo al resto del liquido e con accuratezza portare a cottura.
Lo stesso legame può realizzarsi con la già citata farina di riso che garantisce una particolare, vellutata e cremosa consistenza finale molto piacevole al palato.
Formalmente però non si possono definire dei roux, quanto piuttosto delle combinazioni addensanti moderne che a fronte di risultati diversi e di utilizzi non sempre applicabili (ad esempio nel caso di un soufflé) offrono alternative molto utili nell’ottica di una cucina della salute.
Ritornando alla combinazione classica vera e propria diamo, infine, un ultimo importante e prezioso consiglio: se si prepara un normale roux con burro/olio e farina è bene fare attenzione, per evitare grumi, di unire il liquido (latte, brodi, o altro) non bollente ma semplicemente caldo in modo da creare le condizioni migliore all’integrazione dei due diversi composti e alla cottura successiva.