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Più sani senza grano

Più sani senza grano

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Nuove prospettive e conoscenze su: allergie ai prodotti derivati dal grano, celiachia e intolleranza al glutine

È un libro interessante e molto ben documentato che chi ha a che fare con il problema della celiachia, sia che sia coinvolto in prima persona, sia che ne occupi per lavoro o dovere farebbe bene a consultare.

Certo il titolo forse non è proprio il massimo, si immagina così che il grano sia una specie di sostanza tossica da evitare a prescindere da tutto e potrebbe allontanare chi in prima battuta non si interessa al problema glutine.
Invece scorrendo le tante pagine si ritrova un'attenta analisi del problema e del ruolo del glutine all'interno dell'alimentazione, una chiara esposizione delle piante che non lo contengono, utili indicazioni per ovviare al suo consumo, le soluzioni pratiche per alimentarsi senza.
Per altro non ci si sofferma solo sulla celiachia vera e propria ma si allarga il discorso a diverse presunte forme di intolleranza al glutine soffermandosi sui sintomi diversi, sulle possibili diagnosi, sulle conseguenze a lungo termine, sulle terapie applicabili.
Alcune cose lasciano un po' più perplessi e ricondurre al solo glutine la responsabilità di molte insofferenze dell'organismo crediamo sia un po' troppo riduttivo, però bisogna ammettere che i riscontri degli ultimi studi confermano diverse tracce descritte nel libro.

E tutto sommato provare un periodo di alimentazione senza glutine non è una cosa difficile e impossibile come si potrebbe pensare, le alternative sono molte e molto gustose, si tratta solo di avere un po' di costanza, verificare la reazione dell'organismo e da qui trarre le proprie conclusioni personali.
In questo tipo di patologie, infatti, è sempre bene ricordare che esiste prima di ogni altra cosa la componente soggettiva di ogni individuo e che ognuno di noi reagisce in maniera diversa e diversificata alle terapie strettamente alimentari.
Detto questo giudichiamo il libro in positivo, dalla sua c'è la chiarezza dell'esposizione del problema, l'analisi delle soluzioni, le alternative applicabili e molto altro.

Fa anche molto piacere verificare la grande bibliografia che fa di supporto alle tesi esposte, rimane solo la cattiva abitudine di piegare la storia ai propri interessi cercando di suffragare le proprie tesi affermando con assoluta certezza le vicende di un passato alimentare.
Vicende che invece andrebbero suffragate con dati più oggettivi e soprattutto meno localizzati a singoli contesti.
Ma questa è una cattiva abitudine di molti autori poco avvezzi a verificare con oggettività le fonti storiche e consultarsi con un bravo esperto di storia dell'alimentazione, un po' come si fa quando ci si consulta con un bravo medico per il problema della celiachia.



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