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Carne, tumori e consapevolezza del cibo consumato

Carne, tumori e consapevolezza del cibo consumato

Si sono scatenate numerose prese di posizione sul dibattito innescato dalla conclusioni del rapporto IARC sulla carne rossa e conservata con i suoi nefasti risvolti su salute e tumori.

Colpisce forse più di tutto il discutibile tentativo in atto di minimizzare i rischi difendendo a prescindere l'assunzione di carne: ricorrendo alla parolina magica "moderato consumo" tutto sembrerebbe risolto.

Per chi minimizza il problema è relativo e il messaggio conseguente si traduce in un tranquillo via libera nel consigliare in ogni caso il consumo di carne e quel che è peggio insaccati scaricando colpe e onte del problema su chi solleva a gran voce la questione supportato da dati diventati ufficiali e pubblici.
I dati resi pubblici dal rapporto dello IARC, lo ricordiamo con chiarezza, sono frutto di analisi molto dettagliate e circostanziate che hanno preso in considerazione quasi 800 studi e ricerche diverse effettuate in ogni angolo del mondo da istituiti, università e centri specializzati in vari campi, indipendenti o pubblici che fossero.

Ma questi dati così importanti balzati agli onori della cronaca sono pubblici e nuovi solo per chi non interessandosi minimamente al cibo se non in apparenza o per godere della sola parte organolettica non si è mai documentato e informato.
Per tutti gli altri e chi è attento a ciò che consuma consapevole della sua influenza sull'organismo sono notizie vecchie, datate, sapute e risapute, convalidate da altre centinaia di ricerche serie e affidabili.
Per questo motivo se il tentativo di sminuire i dati da parte dei paladini della carne a oltranza è estremamente discutibile lo è anche chi cerca di speculare ora su queste notizie, amplificare ed esasperare notizie e informazioni buone che andrebbero comunicate con saggezza, mettersi in mostra affermando di aver sempre avuto ragione.

Così facendo si giustifica chi difende l'abbondante consumo di carne, si rafforzano gli estremi, si compattano i ranghi e alla fine tutto ritorna al punto iniziale.
Quando altre notizie allarmistiche e di tendenza prenderanno il sopravvento sarà facile far dimenticare questa.
Chi lavora nella direzione di offrire agli altri messaggi, contenuti, doni di buona alimentazione sa bene che notizie così sono pilastri da tenere con se e prendere a riferimento quando si spiega e si cerca di insegnare la "buona cucina".
Che per inciso non è quella che elimina totalmente la carne illudendosi che in questo modo tutto si risolve.

Del resto è un dato sconcertante scoprire che molti di quelli che escludono la carne per i più disparati motivi in realtà mangiano male e in maniera errata.
È quindi evidente che il punto non è tanto carne si o carne no.
Contano tante altre cose come ad esempio saper eseguire bene le tecniche di cottura corrette, conoscere la natura fisica degli alimenti, ciò che li può danneggiare o migliorare, quale interazioni possono avere con la condizione fisica di ogni singola persona.

Se prendiamo come riferimento questa foto è molto facile capire a tutti come per inciso non è che le verdure grigliate, nere, carbonizzate che accompagnano la carne siano meno pro tumori e arrivano a fare meno di male di questa, come non è l'insalatina sul fondo del piatto che può salvare una mala cottura di carne e verdure.

Più importante è essere consapevoli del cibo consumato e delle sue quantità attenendosi a studi oggettivi, seri e affidabili e trovando da se la strada migliore per l'organismo personale e la salute soggettiva.
Perché ogni persona è diversa e non esiste in nutrizione ne una regola assoluta ne una verità indissolubile!!!


Per maggiori informazioni e schede più dettagliate consultare il libro "Prevenire il cancro a tavola"

cucina mediterranea senza glutine

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