Oltre alla pressione grande attenzione è stata messa alla misurazione dell'indice di massa corporea, allo stile di vita extra alimentare, all'attività fisica svolta e per l'appunto alla frequenza con cui i ragazzi mangiavano fuori casa.
L'esito di tutte queste verifiche e misurazioni ha messo in luce come il 27,4% dei partecipanti aveva una pressione sanguigna superiore alla norma o comunque anomalie generalmente estranee a quella fascia di età.
All'interno di questo gruppo con valori alterati il 38% consumava mediamente ogni settimana più di 12 pasti fuori casa in contesti ristorativi di per se poco attenti alla salute.
Parallelamente chi tendeva a soffrire di ipertensione seguiva uno stile di vita alterato: frequenti pasti fuori dalle mura domestiche, indice di massa corporea elevato, scarsa attività fisica, abitudine al fumo abbastanza accentuata.
I ricercatori hanno anche calcolato che ogni pasto consumato fuori casa in più a settimana stimolava del 6% l'innalzamento della pressione arteriosa, in particolare se il pasto era fortemente sbilanciato.
La conclusione finale ci lascia due aspetti contrapposti; quello negativo mette in guardia dal consumo dei pasti fuori casa perché la tendenza ad assumere maggiori quantità di sale e grassi saturi è elevata con influenze dirette sulla pressione, quello positivo esalta il valore dei pasti cucinati da se in ambiente domestico e famigliare.
Ritornando all'apertura di questo articolo è evidente che la cucina buona, sana e preventiva ha un ruolo strategico sempre più rilevante per mantenersi in buona salute e gli sforzi fatti per cucinare bene il cibo non sono sforzi vani, ma restituiscono enormi benefici a chi li porta avanti con convinzione.
La missione di sempre di Cucina&Salute!!!