Alimentazione, cancro e reminescenze primordiali
Invito alla Lettura
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Una ipotesi su come affrontare il problema con molti aspetti discutibili.
Il problema del cancro è molto serio e in molti si adoperano per trovare strade di aiuto o fornire soluzioni che per quanto parziali cercano di alleviare il trauma di chi vive la malattia.
Questo libro cerca di fare proprio questo e la partenza è nobile e stimolante grazie a un titolo chiaro e promettente, anche se già dal sottotitolo qualcosa sembra non quadrare.
Il team che lo ha scritto, quattro autori tedeschi, è di tutto rispetto e vanta al suo attivo esperienze diversificate e allo stesso tempo intrecciate con la problematica tumorale.
Gli autori hanno scelto di semplificare l'approccio al problema stilando una serie di 8 regole con l'obbiettivo di riportare in sintonia l'organismo e aiutarlo a prevenire o combattere la degenerazione tumorale.
Il presupposto è strettamente storico, ci si riferisce con ridondanza ai geni primordiali, cioè a quando l'uomo viveva ancora allo stato semi selvaggio e doveva affrontare situazioni ambientali e di sopravvivenza oggi del tutto cambiate.
Da qui si parte per dare per scontato la natura onnivora dell'uomo, la sua predilezione per il consumo di grandi quantità di carne e pesce (proteine e grassi), l'assenza pressoché totale di zuccheri (come li conosciamo oggi noi nella loro vasta estensione che comprende anche le banali farine), il ruolo marginale di frutta e verdura.
Tutti elementi giudicati positivi dagli autori nel senso di intonati e in sintonia con la natura fisica, organica e metabolica dell'uomo.
Una natura che giudicano oggi messa a repentaglio da un sistema di vita e alimentazione completamente diverso e completamente sbagliato.
E in queste poche considerazioni possiamo racchiudere i concetti espressi nel volume che mescola indicazioni corrette e sagge con supposizioni ardite.
Le otto regole enunciate sono così divise:
- usare gli zuccheri giusti;
- scegliere grassi e oli sani;
- fare il pieno di proteine animali;
- mangiare vegetali in abbondanza;
- rimanere esposti alla luce il più a lungo possibile;
- muoversi il più possibile;
- curare l'equilibrio psichico;
- dormire sano e per il tempo necessario.
Di per se le regole sembrano sensate e logiche a parte forse la terza in cui si inneggia alla moda del pieno di proteine, ma leggendo le singole direttive si trovano numerose contraddizioni.
L'impressione dopo la lettura completa è quella di un inno alle abitudine alimentari del nord Europa e un attacco abbastanza chiaro alle abitudini di stampo mediterraneo.
Per chi si occupa di alimentazione, salute e prevenzione è ovvio che nessuna delle due abitudini nasconde in se la perfezione, ma certo stride molto questo inno inconsulto al mito delle proteine e la ricerca spasmodica di oli stravaganti (sicuramente sani, non è questo in discussione) quando si ha a disposizione uno dei migliori grassi in assoluto, l'olio da olive.
Questo giusto per fare un esempio delle "stranezze" espresse nel volume.
Che rimane comunque interessante da leggere perché fornisce oggettivamente consigli sensati e utili.
Aiutando allo stesso tempo a riflettere su come le personali interpretazioni di un autore (ad esempio la sicurezza assoluta che gli uomini primordiali seguivano proprio quel tipo di alimentazione) possono portare a ipotizzare suggestive teorie alimentari.