Mangiare bene non basta, rilevante anche l’impatto dell’attività fisica
Sempre più studi mettono l’accento su un parallelismo fondamentale per la salute e la prevenzione, la presenza costante e continuativa di una buona alimentazione sommata a un attività fisica importante.
Ciò che divide è quanto e come l’attività fisica debba essere svolta considerando le diverse situazioni sociali in termini di impegni personali, in questi due studi vediamo le conclusioni a cui sono giunti i ricercatori.
L’attività fisica in un mondo sempre più pieno di scorciatoie e comodità che riducono le occasioni “normali” di mettere in moto i muscoli si dimostra sempre più un elemento determinante per la salute e la prevenzione delle principali patologie legate all'alimentazione.
Quello su cui ancora non si è totalmente d’accordo è come, quanto e dove questa attività vitale debba essere prevista da ognuno di noi con indicazioni a volte contrastanti soprattutto riguardo ai tempi e ai modi.
In due studi distinti pubblicati su European Heart Journal sono venuti fuori alcuni dati su cui riflettere e tenere in considerazione, in particolare per chi a torto o ragione ritiene di non avere a disposizione molto tempo da dedicare all’attività fisica.
Nel primo sono stati coinvolti circa 72.000 soggetti adulti tra i 40 e i 69 anni partecipanti all'UK Biobank a cui per una settimana sono stati controllati attraverso un dispositivo speciale le intensità e frequenze delle attività fisica giornaliera.
Tutte persone mediamente impegnate e quindi con poco spazio extra lavorativo, dai risultati sembrerebbe che anche fare solo un attività fisica intensa di 20 minuti circa a settimana porti a un rischio più basso di mortalità del 16-40%, percentuale che aumenta significativamente se si arriva a un’ora a settimana.
Un dato che suggerisce come per chi svolge un attività lavorativa frenetica potrebbe bastare organizzarsi nello svolgere brevi intervalli giornalieri di attività fisica intensa ottimizzando i propri tempi e godendo di un vantaggio concreto a livello di benessere complessivo.
Lo studio è in realtà molto articolato e riporta numerose casistiche diverse in termini di tempi e frequenze possibili, suggerendo come un modo per svolgere attività fisica utile alla salute si può trovare a prescindere da tutte le altre condizioni di vita.
Anche nel secondo studio ci si è concentrati molto sull’influenza che l’intensità dell’attività fisica può avere rispetto al solo spazio temporale settimanale o giornaliero dedicato.
Aumentando fino al 20 % l’intensità complessiva degli esercizi effettuati l’eventualità di eventi cardiovascolari importanti diminuiva di un buon 14% arrivando a concludere che oltre alla durata dell’attività fisica svolta conta molto anche quanta “fatica” concentrata si è disposti a svolgere.