Alta pressione, danni renali, ruolo del sale
Trovati nuovi collegamenti tra la proteina a più alta presenza nelle urine, sale, ipertensione e patologie renali.
La constatazione che l'ipertensione ha una stretta relazione con le funzioni renali è assodata da tempo e numerose ricerche lo hanno chiaramente evidenziato, anche se molto deve essere ancora chiarito.
Un contributo viene dato da una recente ricerca incentrata su una rara patologia del rene dovuta a difetti nel gene che contiene le informazioni per l'uromodulina, mediamente la proteina a più alta presenza nelle urine e sui cui esistono ancora molti aspetti da capire e scoprire.
Tutto nasce dall'osservazione di come alcune varianti comuni del gene dell'uromodulina, in particolare della regione che ne regola la produzione, siano associate ad un rischio maggiore di sviluppare ipertensione e danno renale nel corso della vita.
Così si sono incrociati studi di ricerca di base su modelli cellulari ed animali e di ricerca clinica su pazienti, accertando come i livelli di uromodulina tendono a variare in base a precise sequenze nel Dna.
Pazienti con varianti in grado di innescare il meccanismo alla base dell'ipertensione e dei danni renali producevano molta uromodulina, opposto comportamento in chi possedeva varianti protettive.
Si è allora cercato di capire in che modo il fattore uromodulina arrivi a portare a un aumento del rischio di ipertensione e problematiche renali nel corso della vita osservando come un incremento nella produzione di questa proteina determina la comparsa di ipertensione già in giovane età.
L'ipotesi del perché di questo aumento è che l'uromodulina contribuisce in concreto al riassorbimento di sale e acqua a livello renale scatenando le reazioni patologiche dell'organismo.
Questo porta ancora una volta al centro della questione il fattore sale e il ruolo strategico dei quantitativi ingeriti quotidianamente dall'uomo, non a caso nella stessa ricerca si è visto che una riduzione dell'apporto di sale nella dieta è sufficiente per ripristinare valori normali di pressione sanguigna nei pazienti sottoposti ad analisi e studio.
E ancora una volta quindi ribadiamo da parte nostra l'invito a limitare al minimo, mai ad escluderlo però, il quantitativo di sale giornaliero introdotto con la dieta contemplando con la massima attenzione soprattutto quello nascosto nei tantissimi prodotti dell'industria pronti al consumo.
Lo studio di cui abbiamo riferito è stato finanziato da Telethon e pubblicato su Nature Medicine e ai link di riferimento si possono approfondire le informazioni sulla ricerca.