Il sale? Riducetelo, i piatti saranno buoni lo stesso!!!
Gli effetti estremamente positivi della riduzione di sale sulle patologie cardiovascolari e sull’ipertensione è una certezza verso cui si cerca di spingere sempre più sapendo che insieme alla salute si può tutelare benissimo anche il gusto a tavola!!!
L’incidenza del sale sulla salute cardiovascolare e in particolare sull’incidenza dell’ipertensione continua a essere sottolineato da molte ricerche che ormai da lungo tempo avvertono delle grammature assolutamente sovrabbondanti consumate normalmente dalla popolazione.
Le iniziative di contrasto al fenomeno sono molteplici, tra le tante ormai storiche segnaliamo quella del governo inglese che preoccupato dalle conseguenze sanitarie negative e onerose per la collettività ha provato a varare un articolato programma di stimolazione alla riduzione del sale.
Così la locale agenzia che si occupa di cibo e sana alimentazione ha stretto un’importante accordo formale con i principali attori dell’industria alimentare per la riduzione di sale in oltre 85 categorie di alimenti.
Un impegno considerevole da parte delle aziende che hanno dovuto riformulare la composizione alimentare dei loro prodotti degli alimenti cambiando l’etichettatura e promuovendone la diversa fisionomia attraverso campagne pubblicitarie.
Ma quanto è stato efficace questo sforzo collettivo tra governo e industria alimentare?
Hanno cercato di rispondere alla domanda i ricercatori della Queen Mary University di Londra pubblicando le loro conclusioni sulla rivista specializzata “Hypertension”.
Monitorando i dati riguardanti il periodo 2000-2018 si è osservato come il consumo di sale in Inghilterra si è ridotto del 15 per cento passando dai 9,38 grammi iniziali agli 8,38 grammi quotidiani.
Un dato che se confermato anche nei prossimi anni potrebbe portare nel paese entro il 2050 a evitare l’insorgenza di patologie cardiovascolari premature per quasi 200 mila persone.
Dati indubbiamente confortanti, ma ancora poco incisivi in realtà, se la soglia di riduzione arrivasse al contrario a 5 grammi di sale al giorno si potrebbero salvare più del doppio di queste persone e per quanto riguarda la sfera economica si avrebbe un costo in meno a carico del sistema sanitario inglese di circa 7 miliardi di sterline.
L’esempio dell’Inghilterra deve però far riflettere su un fatto molto importante: siamo di fronte a un’azione di tutela della nostra salute che ognuno di noi può tranquillamente portare avanti da se senza aspettare più di tanto un intervento governativo o per lo meno amplificandone al massimo l’efficacia.
Possiamo fin da subito scegliere prodotti alimentari industriali a forte riduzione di sale leggendo anche semplicemente le percentuali riportate in etichetta, più basse sono più ci possono indirizzare, sempre che l’azienda non abbia già messo bene in evidenza questo suo impegno alimentare positivo.
Ma soprattutto possiamo controllare molto bene da noi le quote di sale nel momento che cuciniamo adottando una serie di gustosi accorgimenti che con un po’ di pazienza e tempo sapranno portarci ad essere molto meno dipendenti a livello sensoriali rispetto al sodio aggiunto agli alimenti e come riportato nel titolo i piatti saranno buoni lo stesso ve lo assicuriamo!!!
Ricordiamo a tale proposito che esiste un eccellente guida che può aiutarci in maniera piacevole ed equilibrata nel seguire questa strada virtuosa, l’ottimo libro sul tema dello Chef Giuseppe Capano!