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Sep 23, 2023 Last Updated 9:33 AM, Sep 21, 2023

Patate dolci in salsa verde al limone e olio extravergine d’oliva Vòria Podere Malvarosa  

Vellutata di zucchine con orzo mandorle e olio doliva slide 3Un olio che nasce da un profondo amore per la terra e i suoi frutti ci porta in dono uno scrigno di sentori, profumi, aromi e ottime sensazioni emozionali.

Un fruttato a medio impatto che riporta con piacere a note di pomodoro o forse più della sua verde foglia, in parte mandorle e mela, un amaro e un piccante in equilibrio che si fanno ben sentire riportando però subito alla piacevolezza di erbe di campo e in particolare all'intrigante amaro della rucola.

Ci è sembrato perfetto per una versione di salsa verde un po' diversa dal solito in cui predomina sempre il prezzemolo esaltato da aglio e buccia di limone, con la presenza delle native olive dell'olio e l'olio stesso che ne completa il profilo aromatico ben intonato con l'amabilità benefica delle patate dolci.

L'Azienda

Podere Malvarosa

Vellutata di zucchine con orzo mandorle e olio doliva slide 2Podere Malvarosa è una bella realtà di resistenza agricola e rispetto ambientale nata nel 2012 dall’intraprendenza cocciutamente innamorata della terra e delle sue memorie di Raffaella Irenze.

Erbe officinali tra cui la capostipite da cui prende il nome il podere, ortaggi, fiori eduli, semi antichi e altre bontà della terra tra cui le circa novecento piante di olivo da cui nasce l’ottimo olio extravergine di qualità superiore “Vòria”.

 

Riferimenti:

Podere Malvarosa
Leonessa Melfi, Basilicata
https://www.instagram.com/poderemalvarosa/
https://www.instagram.com/raffaellairenze/

La ricetta

Crema di patate e zucchine con orzo allolio doliva 970x600Patate dolci in salsa verde al limone e olio extravergine d’oliva

Sbucciare le patate dolci dopo averle ben lavate, tagliarle a cubetti e cuocerle a vapore per 10 minuti circa lasciandole lievemente sode all’interno......

Leggi la ricetta

Gli effetti estremamente positivi della riduzione di sale sulle patologie cardiovascolari e sull’ipertensione è una certezza verso cui si cerca di spingere sempre più sapendo che insieme alla salute si può tutelare benissimo anche il gusto a tavola!!!

L’incidenza del sale sulla salute cardiovascolare e in particolare sull’incidenza dell’ipertensione continua a essere sottolineato da molte ricerche che ormai da lungo tempo avvertono delle grammature assolutamente sovrabbondanti consumate normalmente dalla popolazione.

Le iniziative di contrasto al fenomeno sono molteplici, tra le tante ormai storiche segnaliamo quella del governo inglese che preoccupato dalle conseguenze sanitarie negative e onerose per la collettività ha provato a varare un articolato programma di stimolazione alla riduzione del sale.

Così la locale agenzia che si occupa di cibo e sana alimentazione ha stretto un’importante accordo formale con i principali attori dell’industria alimentare per la riduzione di sale in oltre 85 categorie di alimenti.

Un impegno considerevole da parte delle aziende che hanno dovuto riformulare la composizione alimentare dei loro prodotti degli alimenti cambiando l’etichettatura e promuovendone la diversa fisionomia attraverso campagne pubblicitarie.

Ma quanto è stato efficace questo sforzo collettivo tra governo e industria alimentare?

Hanno cercato di rispondere alla domanda i ricercatori della Queen Mary University di Londra pubblicando le loro conclusioni sulla rivista specializzata “Hypertension”.

Monitorando i dati riguardanti il periodo 2000-2018 si è osservato come il consumo di sale in Inghilterra si è ridotto del 15 per cento passando dai 9,38 grammi iniziali agli 8,38 grammi quotidiani.

Un dato che se confermato anche nei prossimi anni potrebbe portare nel paese entro il 2050 a evitare l’insorgenza di patologie cardiovascolari premature per quasi 200 mila persone.

Dati indubbiamente confortanti, ma ancora poco incisivi in realtà, se la soglia di riduzione arrivasse al contrario a 5 grammi di sale al giorno si potrebbero salvare più del doppio di queste persone e per quanto riguarda la sfera economica si avrebbe un costo in meno a carico del sistema sanitario inglese di circa 7 miliardi di sterline.

L’esempio dell’Inghilterra deve però far riflettere su un fatto molto importante: siamo di fronte a un’azione di tutela della nostra salute che ognuno di noi può tranquillamente portare avanti da se senza aspettare più di tanto un intervento governativo o per lo meno amplificandone al massimo l’efficacia.

Possiamo fin da subito scegliere prodotti alimentari industriali a forte riduzione di sale leggendo anche semplicemente le percentuali riportate in etichetta, più basse sono più ci possono indirizzare, sempre che l’azienda non abbia già messo bene in evidenza questo suo impegno alimentare positivo.

Ma soprattutto possiamo controllare molto bene da noi le quote di sale nel momento che cuciniamo adottando una serie di gustosi accorgimenti che con un po’ di pazienza e tempo sapranno portarci ad essere molto meno dipendenti a livello sensoriali rispetto al sodio aggiunto agli alimenti e come riportato nel titolo i piatti saranno buoni lo stesso ve lo assicuriamo!!!

Ricordiamo a tale proposito che esiste un eccellente guida che può aiutarci in maniera piacevole ed equilibrata nel seguire questa strada virtuosa, l’ottimo libro sul tema dello Chef Giuseppe Capano!

La breve, gloriosa e bella storia del farro, un cereale splendido e assolutamente adattabile a tantissime buone ricette in ogni stagione dell’anno, per fortuna oggi rivalutato in pieno e che possiamo gustare con tanto soddisfazione grazie alle ricette che vi proponiamo!

Il farro è forse il cereale in chicchi che vanta la storia più originale e appassionata che si racchiude in numerosi secoli con alterne vicende e fortune fino ad arrivare per fortuna ai giorni nostri e alla sua completa rivalutazione.

Dopo i periodi di gloria iniziali il farro è stato per moltissimo tempo quasi dimenticato, ma per capire bene le sue vicende e caratteristiche bisogna partire dagli albori quando la sua comparsa ha preceduto la coltivazione del grano duro che solo successivamente ne ha preso il posto.

Per i primi uomini e civiltà è stato il farro l’elemento catalizzatore delle diverse trasformazioni in cucina e le origini delle sue fortune si pensa sia stata la Palestina.

Da questo primo nucleo attraverso gli scambi, il commercio, l’andare e venire delle popolazioni nomade, l’evoluzione alimentare e le esigenze di sostentamento è poi arrivato in Egitto.

In questa futura potenza e civiltà del mediterraneo il farro consolidò la sua fama di “grano buono e unico” tanto che grandi quantità sono state rinvenute nelle tombe dei faraoni.

Nel nostro paese la presenza del farro si fa risalire al VII secolo AC, prima gli Etruschi e poi i Romani lo fecero diventare il companatico principale sotto diverse forme anche se il merito maggiore va probabilmente ai primi.

La fortuna ha voluto che questo cereale prezioso sia resistito all’oblio dei secoli successivi grazie a un esile filo di continuità d’uso nelle regioni dell’Italia centrale anche se quasi nascosto ai più.

La sua resistenza in paesi e provincie di queste regioni fu dovuta alla prassi di utilizzo come chicco intero, facile da conservare e pratico da cuocere e trasformare in molti manicaretti.

Oggi invece questo ottimo cereale ha un ruolo ben preciso anche in panificazione e la sua farina ha una valenza molto precisa e funzionale alla produzione di molti prodotti panificati e paste.

Ma personalmente riteniamo il chicco intero superiore per diversi aspetti e soprattutto molto più polivalente e indipendente dalla stagionalità con un ventaglio ampissimo di gustosi abbinamenti.

Ad esempio in un percorso ideale potremmo iniziare con questa ottima “Insalata ricca di lattuga, farro, pomodori, asparagi e patate” o se si preferisce un “Farro in insalata estiva etrusca con pomodorini”, proseguire con una estiva “Zuppa di farro profumata al basilico” o una più autunnale “Crema di patate con polpettine di farro e porcini”.

Tra i primi piatti che spesso sono veri e propri piatti unici ecco un irresistibile “Farro con pesto di zucchine e pinoli” o un perfetto dal punto di vista nutrizionale “Farro con lenticchie, verza e nocciole” e potremmo continuare veramente a lungo!!

Condimento all'olio extravergine d’oliva aromatizzato al limone Azienda Agricola Biologica Monaco      

Vellutata di zucchine con orzo mandorle e olio doliva slide 3Una delle migliori versioni di olio aromatizzato al limone in assoluto e che fa parte di un ricco repertorio in cui l'azienda Monaco si è specializzata da diverso tempo migliorando sempre di più metodologia, qualità e cura dei dettagli come l'attenta scelta delle materie prime da abbinare alle olive in fase di frangitura.

Come già abbiamo scritto in altre occasioni buona parte del merito è da attribuire alla bontà dell'eccellente olio extravergine biologico esclusivamente di origine aziendale che porta ad ottenere condimenti fantastici la cui semplice aggiunta su un cibo crudo o cotto in semplicità soddisfa già pienamente e diventa sublime quando gli accostamenti sono multipli.

Ne è un esempio questa ricetta in cui compaiono una manciata di ingredienti che questo olio intensamente profumato al limone valorizza in maniera perfetta!!!

L'Azienda

Azienda Agricola Biologica Monaco

Vellutata di zucchine con orzo mandorle e olio doliva slide 2L'azienda MONACO è situata nel comune di Tortoreto, nella piccola frazione di Cavatassi a circa 200 mt sul livello del mare ed è stata fondata nel 1970 dal dott. Ruggero Monaco, veterinario, che, senza nessuna conoscenza delle pratiche agronomiche riguardanti l'ulivo, ma innamorato del suo frutto, fece impiantare parte dell'oliveto esistente.

In seguito, dagli anni '90, il testimone è passato al figlio Mauro che insieme alla moglie Simona si occupa dell'azienda, conducendo queste verdi colline alla produzione di un olio extravergine di oliva biologico di notevole pregio.
Gli oliveti si collocano nell'areale della D.O.P. "Pretuziano delle Colline Teramane", in una zona prettamente collinare con clima mite, dove si incontrano e mescolano le correnti ascensionali dei Monti della Laga con quelle salmastre del litorale adriatico, microclima ideale per la coltivazione dell'olivo. Le cultivar che compongono l'oliveto di 1000 piante sono il "Leccino", "Frantoio", "Dritta", "Ascolana", "Pendolino", "Carboncella" e "Tortiglione". Quest'ultima varietà è la cultivar tipica della provincia di Teramo, diffusa nella valle dei fiumi Tordino e Vomano.

Sette le varietà di oli prodotti: PENDOLINO (Monocultivar Pendolino), LECCINO (Monocultivar Leccino), TORTIGLIONE (Monocultivar Tortiglione), ASCOLANA (Monocultivar Ascolana), DRITTA (Monocultivar Dritta), Olio Monaco extra vergine d'oliva Biologico (Blend Biologico), Blend blue per la ristorazione.

Oltre a questi si affianca la prestigiosa produzione di Aromatizzati, 10 condimenti a base di olio extravergine biologico dal sapore tipicamente mediterraneo, unici e totalmente naturali che donano freschezza, creatività ed intensità aromatica, sia alla cucina di tutti i giorni che alle occasioni speciali. Ognuno di questi prodotti è artigianale, non contiene additivi, conservanti o aromi chimici. Limone - Arancio - Bergamotto - Basilico - Aglio - Peperoncino - Rosmarino - Timorigano - Finocchietto - Caffè

Sito internet: www.oliomonaco.it

Email: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

La ricetta

Crema di patate e zucchine con orzo allolio doliva 970x600Foglie di cavolfiore e patate viola in olio al limone, mandorle e pepe rosa

Lavare con cura le foglie di cavolfiore, disporle in un cestello e cuocerle a vapore per 10 minuti circa, nel frattempo........

Leggi la ricetta

L’attenzione nel realizzare i nostri piatti è comprensibilmente spesso concentrata sulla loro estetica e bellezza finale in modo da colpire chi invitiamo alla nostra tavola, ma a guardare sono gli occhi e se questi funzionano male anche il più bel piatto diventa superfluo, tuteliamoli allora consumando i cibi giusti così da poter ammirare sempre al meglio le ricette che proponiamo o ci propongono!!

Rendere i piatti piacevoli alla vista è importante perché può vincere molte diffidenze verso determinati cibi, aggiunge una forte dose di bellezza che appaga già di per se l’appetito, stimola al consumo consapevole e creativo.

Ma la vista è anche importante saperla curare perché dipende direttamente dalla salute degli occhi a loro volta protetti da molte delle sostanze alimentari che abbiamo a disposizione e che serve conoscere e portare in tavola.

Sono soprattutto le sostanze antiossidanti ad avere un ruolo importante e in questa selezione rientrano le vitamine A, C, E, i carotenoidi, i sali minerali e oligoelementi come zinco e selenio.

In alcuni studi tuttavia l’attenzione si è concentrata su due sostanze specifiche che hanno dimostrato grande utilità, si tratta di due carotenoidi, la luteina e la zeaxantina presenti nella retina dell’occhio e abbondanti nelle verdure a foglia verde.

L’azione protettiva e preventiva coinvolge l’invecchiamento della retina che viene rallentato così come l’insorgenza di patologie parallele.

Non sono solo gli occhi a beneficiarne perché queste preziose sostanze aiutano l’efficienza del sistema cardiocircolatorio in generale contribuendo a rafforzare i vasi sanguigni e prevenendo una serie di patologie circolatorie.

Tra gli ortaggi da tenere più in considerazione dove abbondano luteina e zeaxantina ci sono cavolo verde, spinaci, broccoli e cavolini di Bruxelles nella stagione più fredda, piselli, fagiolini verdi, zucchine, lattuga e zucca in quella calda.

Un idea d’uso per questo periodo? Proviamo a darle con uno dei cavoli più affascinanti e simpatici che ci può capitare di usare in questi mesi, i cavolini o cavoletti di Bruxelles!

Puliteli bene (l’operazione è in realtà semplicissima quasi sempre basta scartare solo le foglie esterne più rovinate) e cuoceteli di preferenza a vapore o lessateli per 10 minuti abbondanti.

Intiepiditeli, tagliateli a metà e conditeli con un trito di prezzemolo, aglio e timo fresco, aggiungete poco olio e sale e dei pinoli tritati grossolanamente, trasferite in una pirofila rivestita con carta da forno e lasciate gratinare a 180 gradi per meno di 10 minuti.

E poi se avete voglia raccontatemi il risultato, sicuramente oltre al palato la vostra vista vi ringrazierà molto!!!

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