Cibo, bambini e influenza emotiva
Evitare di far diventare il cibo un premio fin dai primi anni di età.
L'influenza della sfera emotiva sul consumo di cibo e l'alterazione percettiva della sensazione reale di fame in favore di un surrogato che poco ha a che fare con le reali esigenze dell'organismo è la base di ogni degenerazione comportamentale alimentare.
Un meccanismo ben conosciuto che ha portato al diffondersi in maniera esponenziale il problema dell'obesità e in generale del sovrappeso, a loro volta responsabili di una lunga serie di patologie.
Ma da quando si instaura in un individuo questa alterazione visto che è difficile credere nasca già predisposto a questo?
Una prima risposta interessante, anche se da confrontare e approfondire, arriva da uno studio pubblicato sull'American Journal of Clinical Nutrition.
A un gruppo di oltre quaranta unità formate da genitori e figli sono stati forniti una serie di questionari e sono stati osservati con l'intenzione di capire tra i dati scritti dagli stessi e i comportamenti osservati quanto l'emotività legata al momento di consumo del cibo arrivava a influenzare i bambini stessi e soprattutto da che età cominciavano a instaurarsi i primi danni permanenti.
Si è visto in maniera preoccupante come già dai tre anni di età il fatto di legare il consumo del cibo ai comportamenti che i genitori volevano indurre nei bambini (tipico esempio la concessione di un dolce carico di zuccheri e grassi in cambio di un preciso atteggiamento comportamentale) portava nel giro di poco tempo a devianze alimentari ben più gravi.
Così tra i 5 e i 7 anni i sintomi di fame nervosa incontrollata che porta a consumare cibo senza avere realmente fame possono già essere palesi e variamente gravi portando direttamente poi sulla strada dell'obesità e sovrappeso.
La conclusione degli studiosi è stata che i genitori che controllano eccessivamente l'assunzione di cibo per bambini potrebbero involontariamente insegnare ai bambini stessi a contare su cibi gradevoli per far fronte alle emozioni negative, superare difficoltà emotive momentanee o accontentare persone a loro superiori.
Considerando poi che gli stessi genitori responsabili di questa devianza sono poi gli stessi che rimproverano ai loro figli le scelte alimentari sbagliate c'è da riflettere molto sul comportamento da tenere con i bimbi fin dai primi anni di età cercando di coinvolgere il meno possibile il cibo nella sfera emotiva e comportamentale.
Fonte: Corriere della Sera – Nutrizionista Carla Favaro