La seconda parte degli incontri Mediterranei di Teggiano
Da parte sua Cinzia Pagni inquadra con precisione alcuni aspetti peculiari che caratterizzano lo stato attuale della dieta mediterranea, con luci e ombre.
Si parte dal forte segnale partito dalla Fao e contemporaneamente osservato e confermato dagli studiosi di alimentazione più attenti che mette in evidenza come esista oggi un paradosso incredibile sul fronte degli stili di vita: all'aumento di chi in tutto il mondo prende ad esempio e segue i dettami della dieta mediterranea si assiste come contraltare al suo graduale abbandono proprio in quei paesi (sottointeso l'Italia) dove è nata.
Un abbandono preoccupante che va a favore di un maggior introito di grassi e calorie a bassissima qualità, una cartina tornasole in questo caso è rappresentata dalla pessima abitudine di acquistare lo straordinario olio da olive al prezzo più basso possibile grazie anche alle scellerate politiche commerciali della grande distribuzione.
A cui è inutile ricordarlo si affianca la pessima qualità nutrizionale e funzionale di ciò che si acquista.
Cosi succede che ''nelle dispense si moltiplicano cibi in scatola e surgelati e si ricorre sempre più spesso al 'junk food' (+7% in un anno) a tutto discapito dei prodotti freschi tipici della dieta mediterranea come frutta e verdura''.
È bene ricordare che
"la dieta mediterranea è un bene prezioso che va tutelato e diffuso. Non soltanto perché rappresenta il modello nutrizionale per eccellenza, alla base di un'alimentazione sana ed equilibrata, ma anche perché si conferma un 'elisir' per combattere malattie gravi come quelle cardiovascolari''.
E ancora
''basandosi sulla varietà degli ingredienti e sull'assenza di grassi saturi, con un consumo abbondante di frutta e verdura, cerali, olio d'oliva e vino questo stile alimentare è un 'mix antinfiammatorio' imbattibile per prevenire le malattie cardiovascolari, riuscendo a mantenere più bassi i livelli di trigliceridi, colesterolo, glicemia e pressione arteriosa"
Senza dimenticare che
"diverse ricerche mediche e scientifiche internazionali hanno dimostrato che la dieta mediterranea riduce del 9% l'incidenza di problemi e patologie cardiache, del 13% l'incidenza del Parkinson e dell'Alzheimer, del 6% quella del cancro''.
Per concludere "appare quanto mai opportuna una piena valorizzazione della dieta mediterranea a livello globale, per indirizzare soprattutto i giovani verso una corretta alimentazione. Anche perché oggi i costi sociali di obesità e sedentarietà toccano, solo in Italia, i 65 miliardi di euro all'anno''.