I legami del cibo con il comportamento
Dolce, acido e pepato non sono solo termini inerenti la cucina e il mondo alimentare, per trasposizione sono arrivati a definire stili comportamentali della società e delle persone, un'altra dimostrazione di come il cibo e la sua trasformazione siano intimamente legati con la cultura sociale dell'uomo e di come questo aspetto venga spesso trascurato da chi in cucina ci lavora.
Alcuni ricercatori del Gettysburg College, della North Dakota State University e della Saint Xavier University di Chicago si sono chieste se al di la della trasposizione dei termini ci sia un collegamento tra ciò che si predilige a tavola e il carattere delle persone.
Cioè se in poche parole a un carattere mite e dolce corrisponde una predilezione per i dolci, a uno acido quella per aceto o miele, a uno pepato quella per piatti piccanti.
O se al contrario il fatto di consumare in prevalenza determinati cibi (per cultura, abitudini, tradizioni, situazioni economiche, ecc) arrivi a condizionare carattere e comportamento finale.
Così hanno condotto una serie di test su alcuni centinaia di studenti e sono emersi alcuni aspetti interessanti poi pubblicati sul Journal of Personality and Social Psychology.
Fra i tanti aspetti ecco alcuni dei più rilevanti: l'attribuzione della predilezione dei dolci a persone disponibili e collaborative, il senso dell'amicizia associato al sapore dolce, la golosità collegata con la predisposizione verso l'aiuto altruistico, il consumo di cioccolato come elemento di maggiore sinergia con le azioni di volontariato.
Sono stati eviscerati poi altri aspetti collegati al consumo di alimenti e piatti salati, acidi o piccanti che hanno fatto da specchio e controprova dei risultati riguardanti la componente dolce.
Bisogna precisare che si è trattato di test e che non si può ancora affermare che vi sia una relazione diretta tra cibo consumato e personalità, però è una conferma indiretta di quanto il cibo influenzi la mente e di quanto il benessere percepito con il cibo possa determinare le dinamiche comportamentali degli individui nella società.
Per cui se vogliamo essere più buoni possiamo ritenere valida la gradevolissima opzione di consumare un bel dolcetto come quello che trovate qui.
Ma che questa non sia una scusa per affondare la nostra insicurezza sul cibo producendo l'effetto a catena che passa per l'obesità e l'alterazione dei parametri funzionali dell'organismo fino ad aumentare ancora di più questa insicurezza invece di diminuirla!
Un altro aspetto che gli studiosi hanno bisogno di approfondire meglio, anche se ci sono già ricerche specifiche in questo senso.
Fonte: Corriere della Sera – Nutrizionista Carla Favaro