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L’orzo che aiuta cuore e cervello

L’orzo che aiuta cuore e cervello

I cereali in chicchi non sono solo la fonte migliore di carboidrati ad alto valore biologico grazie anche al prezioso carico di fibre che si portano dietro, ma secondo recenti studi possono svolgere un azione di protezione contro lo stress a cui sono sottoposti cuore e cervello.

In questa ottica i contributi migliori sembra siano portati dall'orzo e dall'avena che aiutano più che mai la piena efficienza del cervello e del cuore, i due organi chiave per un'alta efficienza organica.
Il consumo costante e continuato di queste tipologie di cereali, in particolare per quanto riguarda l'orzo, ha un effetto protettivo accertato il cui merito principale è dato dai beta-glucani sostanze già note nel campo medico e curativo per lo spiccato ruolo di contrasto al colesterolo e l'attenuazione dei picchi glicemici dopo i pasti.

Una bella ricerca tutta Italiana portata avanti dai ricercatori della Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa pubblicata sul Journal of Cellular and Molecular Medicine ha rivelato il ruolo positivo di queste sostanze e chiarito molti altri aspetti.

Come ricordato tra i cereali è proprio l'orzo quello che rende più fruibili in assoluto i beta-glucani considerando che queste sostanze sono contenute soprattutto nell'endosperma interno e quindi ben presenti anche nella versione dell'orzo in commercio più raffinata.
L'orzo perlato non ha le componenti native della versione integrale o semplicemente decorticata, ma è di fatto la versione in chicchi più diffusa e utilizzata e sapere che i suoi beta-glucani non sono troppo compromessi dalla raffinazione è una buona notizia!
Tornando alla ricerca Italiana gli studiosi hanno visto che la frazione idrosolubile dei beta-glucani di cui già si conosceva la capacità antiossidante e immunomodulante si rivela efficace per generare nuovi vasi sanguigni in una situazione di stress organico.

Una delle conseguenze positive è la naturale creazione di una sorta di by-pass coronarici protettori del cuore contro l'insorgenza di ischemie.
Un altro piacevole risvolto è la protezione dell'organismo dalle influenze negative che lo stress psicosociale quotidiano può portare a cuore e cervello.
Ma quanta dose di beta-glucani bisogna consumare per ottenere questi effetti? Si stima intorno ai 3 grammi come stabilito dall'Autorità Europea per la sicurezza alimentare, l'Efsa.

Quantità che è possibile reperire da diverse fonti, ma l'orzo in una normale porzione standard di 80 g la contiene in una sola volta con grande giovamento di chi è abituato a consumare ricette come l'orzotto che trovate qui.

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Fonte: Corriere della Sera – Nutrizionista Carla Favaro

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