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L’impatto della prima colazione sul resto della giornata

L’impatto della prima colazione sul resto della giornata

La prima colazione può essere, per quanto non ci si creda o pensi mai abbastanza, un toccasana per il resto della giornata determinando la qualità dei pasti successivi dal punto di vista nutrizionale e della salute.

Determinante è cosa si consuma al risveglio quando l'organismo reclama energia, se questa energia è di un certo tipo la risposta dell'organismo è positiva a lungo termine, se è di altro tipo con squilibri unilaterali si innescano meccanismi compensativi deleteri.

Il problema è che la prima colazione rimane un capitolo aperto su cui si dicono tante cose spesso contraddittorie in termini di riferimenti pratici finali mentre questo primo atto del risveglio in cui l'organismo richiede una trattamento particolare e attento meriterebbe chiarezza.

Una gestione errata di questo primo impatto nutrizionale della giornata può avere effetti controproducenti su tutto il resto dei pasti successivi, sul metabolismo, la digestione, l'impatto glicemico, i fattori ingrassanti o dimagranti, l'energia disponile o meno per le attività comuni e per quelle intense derivate dalle discipline sportive.

Quindi se la prima colazione è importante a prescindere da ciò che si è e si fa come possiamo regolarci?
Ci vengono in aiuto alcuni degli ultimi riferimenti scientifici validi grazie a uno studio realizzato negli Stati Uniti e pubblicato sull'autorevole rivista Appetite.

Una selezionata schiera di donne con età compresa tra i 18 e i 55 anni che non facevano regolarmente colazione sono state divise in singoli gruppi contrapposti.
Il primo ha continuato con le proprie abitudine non consumando quasi nulla a colazione, il secondo ha iniziato stabilizzando il consumo complessivo sul 15% circa dell'energia necessaria alla giornata senza alcuna indicazione in merito alle scelte specifiche.

Dopo quattro settimane le donne del primo gruppo erano rimaste stabili come peso complessivo (mantenendo però una serie di problematiche di salute), mentre quelle che si erano impegnate a fare colazione scegliendo di propria iniziativa cosa consumare erano aumentate di peso mediamente di 600 g.
La scelta di fondo era indirizzata al consumo di un'alta percentuale di carboidrati sopratutto in termini di zuccheri semplici con allo stesso tempo alte percentuali di grassi senza che nei pasti successivi ci fosse una maggiore moderazione del cibo consumato o in parallelo maggiore attività fisica.

Una libera scelta senza elementi conoscitivi sufficienti basandosi su un modello alimentare, quello americano, fortemente sbilanciato e errato, ha confermato portare errori di fondo pericolosi per la salute.
Con un risvolto chiaro sul senso di fame e sazietà che nell'arco di pochissimo tempo da una colazione sbilanciata dal punto di vista glicemico aveva fatto sentire la sua influenza metabolica.

Il rimedio in realtà è molto semplice e non serve bandire o denigrare senza senso gli zuccheri semplici, serve piuttosto limitarli a quel poco funzionale a rendere gradevole il primo pasto della giornata.
Abbondare con fibre derivate da pane o preparazioni simili integrali, frutta fresca e secca, una buona e importante dose di proteine che possono arrivare da tante fonti diverse è la chiave per ottimizzare la necessità di incamerare energia e rilasciarla con gradualità allontanando a lungo il senso di fame.

Nella stagione piena delle fragole perché ad esempio non approfittarne per preparasi molto velocemente una composta con dosi calibrate di zuccheri e consumarla la mattino con buon pane o fette biscottate integrali in dosi non eccessive?
La ricetta la trovate qui

Composta-veloce-di-fragole-profumata

Fonte: Corriere della Sera – Nutrizionista Carla Favaro

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