Come e cosa bere per evitare pericolose disidratazioni dell'organismo
Cosa è meglio scegliere come bevanda durante un esposizione a un clima caldo in base al tipo di calore, secco o umido?
È una domande che si sono posti e a cui hanno voluto dare una risposta scientifica un gruppo di ricercatori della School of Human Kinetics-University of Ottawa raccogliendo poi i risultati in uno studio pubblicato su Acta Physiologica.
Si è osservato un campione di 9 ciclisti a cui sono stati fatti bere liquidi a temperature differenti, da quelle più fresche a quelle più calde fino ad arrivare a confermare come l'abitudine dei paesi ricchi di sole e alte temperature di bere bevande calde sia alquanto corretta e saggia.
Il tutto basato sul noto meccanismo messo in atto dall'organismo per difendersi dal caldo che consiste nell'aumentare la sudorazione e grazie alla conseguente evaporazione del sudore dalla pelle trasferire all'esterno il calore in eccesso del corpo.
Una regola utile che deve però fare i conti con il grado di umidità presente, se questo è alto il meccanismo è meno efficace e bisogna regolarsi un po' diversamente, con il tipo di abbigliamento indossato (traspirante o meno) e con il tipo di sudorazione soggettiva che a volte si dimostra esageratamente eccessiva.
Ricordiamo, infatti, che quando le condizioni ambientali mostrano un elevata umidità il meccanismo del sudore mostra chiare difficoltà perché ha bisogno di più tempo per evaporare dalla pelle a causa di un clima circostante già ricco di vapore acqueo.
Ricapitolando quindi in condizioni di caldo secco è preferibile bere liquidi caldi come il classico tè magari aromatizzato con erbe che aumentano la sensazione di freschezza, come la menta fresca.
Se il clima è umido meglio ricorrere alla classica acqua fresca, ma non fredda però perché più lenta e difficile da assorbire da parte dell'organismo.
Se però oltre alla necessità di recuperare il sudore è importante reintrodurre sostanze preziose come sali minerali e vitamine è opportuno alternare tè o acqua con preparazioni liquide a base di frutta fresca non eccessivamente addolcite.
Dimenticandosi però i succhi industriali, i tè pronti e le bibite gasate o falsamente energetiche, tutte con elementi di disturbo più o meno negativi e controproducenti rispetto all'obbiettivo di placare intelligentemente la sete.
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Fonte: Corriere della Sera – Nutrizionista Carla Favaro