La crisi della dieta mediterranea come stile di alimentazione
Questa notizia l’avevamo letta qualche giorno fa e lasciata in stand-by in attesa di una riflessione più mirata, certo però è una notizia che fa riflettere amaramente.
Per noi che poi ne siamo dei grandi estimatori e lo Chef che ne ha scritto un appassionato libro apposta tutto incentrato sul ricco repertorio vegetale, questa è una ferità ancora più sentita.
Si parla della crisi della dieta mediterranea come stile di alimentazione nel paese che ne è il padre o uno dei padri se più correttamente allarghiamo il discorso a tutto il bacino del mediterraneo.
Una crisi profonda a quanto pare, ma tutta da interpretare perché se ci si limita a vedere in maniera superficiale le statistiche allora si fa presto a non capire in profondità quello che nella realtà avviene.
Se ne parla all’interno di uno studio che certifica come questa gloriosa dieta sia presente sempre meno sulle tavole italiane, complice a quanto pare la crisi responsabile dello spostamento dei consumi verso cibi “pratici e pronti”, ma più calorici e malsani.
Nello studio poi si prosegue elencando statistiche, confronti, dati, considerazioni, lasciamo a voi il piacere di indagare meglio, ad esempio qui trovate informazioni più dettagliate.
Ma siamo proprio sicuri che possiamo ridurre il tutto a una fattore economico?
In realtà pensiamo che i fattori sono ben altri e cozzano contro una cultura del cibo che continua ad avere una miriade di nemici vestiti da paladini apparenti della buona cucina.
Un tasto assai dolente se si considera che molti dei presunti paladini della corretta alimentazione appartengono alla categoria di chi lavora in cucina professionalmente o si occupa di nutrizione a vari livelli.
E in questo quadro è purtroppo facile constatare come la loro autorevolezza è solo in funzione della presenza mediatica massiccia che riescono ad avere più che dei reali meriti e capacità oggettive.
Che dire ad esempio del comportamento di uno degli “Chef” televisivi di maggior richiamo che è andato a pubblicizzare una delle peggiori bevande presenti sulla terra propagandandola come fonte di godimento a tavola?
Una briciola di responsabilità sulla mala cultura del cibo non gli appartiene?