Dolcificanti artificiali dannosi come il fumo di sigaretta?
L’invasione non aliena ma comunque estremamente preoccupante di dolcificanti artificiali presenti in moltissimi cibi prodotti e venduti dall’industria alimentare comincia ad essere presa molto sul serio in ambito medico visti i diversi studi che ne dimostrano l’alta pericolosità nel tempo soprattutto in correlazione con l'insorgenza del rischio di eventi cardiovascolari e cerebrovascolari ad alta incidenza negativa
L’associazione sembra al momento forzata e poco correlata, ma la metodologia di studio con i primi risultati evidenti porta verso la stessa strada che ha provato senza ombra di dubbio i rilevanti e alti rischi ai polmoni e altri organi dell’organismo che l’abitudine di fumare porta con se.
In particolare sembra che più dolcificanti artificiali vengono assunti con la dieta, purtroppo molto spesso senza rendersene veramente conto in quanto mascherati da slogan fuorvianti che si concentrano solo con la demonizzazione del comune zucchero da tavola, più aumenti il rischio di incorrere in malattie cardiovascolari.
Un’evidenza chiara è arrivata da uno studio pubblicato sul British Medical Journal portato avanti dalla Sorbonne Paris Nord University (Francia) che intelligentemente ha preso in esame non solo le bevande ricche di dolcificanti artificiali, ma anche moltissimi cibi dell’industria alimentare tra i più venduti sul mercato.
La metodologia seguita è stata molto rigorosa, attenta e affidabile concentrandosi sulla dieta complessiva realmente assunta con raccolta di dati ripetuti e ciclici alternati a interviste con dietisti qualificati e analisi dei biomarcatori del sangue e delle urine.
Ha coinvolto per diversi anni una platea di oltre centomila pazienti francesi focalizzandosi su chi dichiarava apertamente e con consapevolezza di consumare sotto varie forme dolcificanti artificiali di varia natura.
In particolare in ordine di quantità aspartame, acesulfame potassico e sucralosio (10%), mentre i ciclammati o la storica saccarina erano assunti in percentuali molto minori.
Mediamente nell’arco di un tempo di nove anni la presenza importante nella dieta di dolcificanti artificiali è stata associata a un aumento del 9% del rischio di eventi cardiovascolari o cerebrovascolari.
Che ricordiamo sono tra le patologie più diffuse e pericolose e comprendono infarto del miocardio, sindrome coronarica acuta, angioplastica, angina, ictus o attacco ischemico transitorio.
L’aspetto più preoccupante è stato che la dose di dolcificanti artificiali sospettata di essere una delle cause determinanti di questi nefasti eventi era relativamente bassa e facilmente assimilabile anche bevendo un solo bicchiere di una delle tante bevande gasate in commercio che vantano effetti dietetici o di riduzione calorica grazie proprio ai dolcificanti artificiali.
Ma come detto il problema non sono solo le bevande gasate, perché l’uso di dolcificanti artificiali è esteso in maniera impressionante anche a molti cibi solidi venduti sul mercato, anche dove la loro presenza non sarebbe affatto necessaria e ipotizzata dal comune consumatore.
Ragione per cui la lettura delle etichette e la riflessione attenta prima di mettere nel carrello della spesa cibi e ingredienti attratti solo dalle loro sirene di golosità o paradossalmente di equilibrio dietetico vantato sulla confezione dovrebbe essere sempre seguita con attenzione.