La salute dei denti è fondamentale come premessa per la migliore assimilazione delle sostanze nutrizionali che ingeriamo quotidianamente, il lavoro di masticazione che precede la discesa del cibo prima nello stomaco e poi nell’intestino riesce con estrema efficacia, se fatto a dovere, a facilitare sia la digestione che il metabolismo delle centinaia di composti benefici contenuti negli alimenti che altrimenti rischierebbero di rimanere inutilizzati o poco disponibili.
La prima arma che tutti conosciamo bene è una corretta e costante pulizia della bocca tramite soprattutto un normalissimo spazzolino che se utilizzato con la frequenza giusta garantisce l'eliminazione di gran parte dei fattori che determinano le tipiche problematiche dei denti.
Ma insieme alla pulizia dei denti un’altra arma ugualmente efficace è l’alimentazione sana come ha evidenziato un team di esperti che dopo aver esaminato con molta attenzione una lunga serie di studi con al centro il rapporto tra stile di vita e malattie parodontali ha stilato un documento di indirizzo sul ruolo della sana alimentazione per la salute dei denti poi pubblicato sul Journal of Clinical Periodontology.
Ci sono in particolare alcune sostanze che sovraintendono, se consumate con regolarità, alla salute dei denti e all’efficienza dell’apparato masticatorio, sostanze che è bene conoscere e cercare di includere nella dieta quotidianamente.
A iniziare dal Calcio le cui principali fonti non sono solo come spesso si crede i latticini, ma comprendono una lunga serie di vegetali come i legumi secchi, la frutta oleosa, le verdure a foglia verde e in parte anche alcune acque minerali.
Questo sale minerale ha il ruolo di consentire un corretto sviluppo dei tessuti duri dentali durante l’infanzia continuando a tenerli sani nel tempo e preserva la salute dell’osso alveolare.
La vitamina D che in gran parte è assorbita con l’esposizione solare e a livello alimentare si ritrova in pesci grassi, uova e formaggi aiuta a sua volta l’assorbimento del Calcio, favorisce lo sviluppo di smalto e dentina, previene l’infiammazione delle gengive, spesso molto frequente.
La vitamina C forse la più conosciuta in assoluto presente in gran parte di frutta e verdura tra cui kiwi, agrumi, peperoni e ortaggi a foglia verde aiuta la sintesi del collagene e contrasta lo stress ossidativo che spesso influenza in negativo la genesi della malattia parodontale.
Infine la fibra elemento principe della buona salute in generale e che troviamo nei cereali integrali, tutta la verdura e la frutta aiuta a pulire la superficie dei denti dalla placca nel momento in cui interagisce con la fase di masticazione (che quindi più è lunga meglio è), stimola inoltre la produzione di saliva a contrasto della proliferazione batterica dentale.
La sana alimentazione gioca quindi un ruolo fondamentale anche per i nostri denti e di riflesso la buona cucina di gusto e benessere come quella che incentiviamo continuamente sul nostro sito con piatti, ricette e informazioni sempre attente e aggiornate.
Ma non dobbiamo dimenticare l’elemento più devastante rispetto alla salute dei denti (e non solo naturalmente), lo zucchero inteso come molecola che ritroviamo non solo nel prodotto che prende il suo nome ma anche in tutte le sostanze raffinate di base come le farine bianche e in molti prodotti lavorati dall’industria alimentare come abbiamo già riportato in questo articolo.
Al contrario gli zuccheri della frutta non necessariamente sono elementi negativi per la salute dentale, ad esempio come rilevato in uno studio del British Dental Journal si è rilevato che la regolare presenza di frutta nella dieta tende a ridurre le tasche parodontali, mentre il suo potere erosivo viene limitato se consumata preferibilmente durante i pasti quotidiani e non da sola.
In questa ricetta ritroviamo allora una perfetta combinazione di elementi salva denti: grandi quantità di calcio e fibre, buoni contenuti di vitamina C grazie alla frutta e alla rucola, abbondanza di flavonoidi, antiossidanti e antiinfiammatori.
Fonte: Corriere della Sera – Nutrizionista Carla Favaro.
Nella più recente edizione di Eurochocolate si è svolto un incontro molto curioso organizzato in collaborazione con Roberto Gerli, ordinario di Reumatologia dell'Università di Perugia, l'Associazione Malati Reumatici Umbria e Cittadinanzattiva.
Tema avvincente e coraggioso: "I benefici effetti che il cacao ha sulla cura e sulla prevenzione delle malattie reumatologiche".
E per cacao vista la manifestazione non si poteva altro che parlare di cioccolato, ossia uno degli alimenti più golosi esistenti, oggetto negli ultimi anni di numerosi studi un po' su tutti i fronti viste le sue peculiari componenti che sembra abbiano un influenza diretta su molte patologie, se non altro in chiave preventiva.
Al centro dell'attenzione i flavonoidi contenuti nel cioccolato e le loro capacità antiossidative e antinfiammatorie, aspetto questo che interessa direttamente chi soffre di problemi reumatici visto che la patologia nella stragrande maggioranza dei casi è direttamente collegata a una alterazione infiammatoria.
La questione è certamente allettante, ma non deve spingere a ingurgitare ogni giorno dosi cospicue di cioccolato, sia perché le ricerche a supporto hanno bisogno di approfondimenti e ulteriori verifiche sia perché allo stato attuale delle conoscenze i benefici del cioccolato sono riferiti a micro quantità e evidenziano che un eccesso di cioccolato può avere il risultato esattamente opposto con effetti negativi preponderanti rispetto a quelli positivi.
Si parla per ora di una quantità settimanale di 50 g di buon cioccolato fondente, l'unica versione che garantisce gli effetti benefici senza l'influenza di altre componenti come il latte.
Una quantità effettivamente bassa, diciamo più un punto di partenza che arrivo, altri studi andranno incrociati perché come detto il cacao sembra avere interessanti effetti su molte altre patologie come l'ipertensione.
Una buona ricetta come contributo all'assunzione di cioccolato la trovate qui, veramente notevole considerando anche la potente presenza dell'olio da olive con tutte le sue immense positività.
Il nome poco famigliare non deve indurre in errore perché i flavonoli non sono altro che le potenti sostanze fitochimiche di cui l’organismo ha bisogno per rimanere in salute presenti nelle comune verdure e frutti oltre che in prodotti paralleli come vino e tè verde.
In generale da sempre si conoscono le loro funzioni essenziali estremamente positive e attraverso diversi studi e ricerche si è capito il collegamento con il buon funzionamento di molti meccanismi vitali dell'organismo e come la loro mancanza per via di diete errate e sbilanciate porti a danni anche di grave entità.
Di un collegamento anche con le funzionalità del cervello e nello specifico delle memoria si ipotizzava da tempo e molte ricerche sono arrivate già in passato a trovare collegamenti diretti e indiretti tra buone funzionalità mentali e buona dieta seguita spesso con intrecci relativi alle caratteristiche intrinseche della cucina mediterranea.
Uno studio pubblicato su Neurology a cura del Rush University Medical Center di Chicago andando a indagare più nello specifico il ruolo dell’alimentazione ha accertato l’effettiva incidenza dell’apporto quotidiano di cibo sano rispetto al rallentamento del declino cognitivo.
Le conclusioni sono arrivate dopo un lungo periodo di 7 anni in cui sono state esaminate poco meno di mille persone con un'età media di 81 anni che non presentavano di per se problematiche di decadimento mentale.
Con regolare frequenza hanno compilato questionari relativi al tipo di alimentazione seguita con focus sui cibi a più alta presenza di antiossidanti come i flavonoli, svolti test cognitivi e di memoria e in base a questi riferimenti oltre ad altre annotazioni sullo stile di vita sono stai divisi in gruppi ad alta e bassa assunzione di flavonoli.
Dove la presenza di flavonoli era alta il punteggio cognitivo risultava ugualmente alto e tendenzialmente più lento a diminuire con il passare del tempo rispetto a chi consumava nella dieta poca frutta e verdura e in generale vegetali di varia tipologia preferendo un alimentazione più invadente e dannosa.
Flavonoli difensori palesi della memoria quindi con particolare attività positiva da parte di alcuni costituenti antiossidanti specifici di questa famiglia come il kaempferolo abbondantemente presente in frutti come mele, uva, pesche, more, lamponi e verdure come broccoli, cavoletti di Bruxelles, zucche, pomodori, lattughe, spinaci, indivia.
Al di la delle proprie preferenze e scelte personali in fatto di alimentazione e dieta la presenza del pesce sulla tavola con una buona frequenza settimanale rimane un opzione di salute estremamente valida.
A livello proteico, ad esempio, abbiamo un integrazione di profilo decisamente più alto rispetto alla carne comune di qualsiasi tipo con una serie di elementi che possono integrare quelli che sono presenti in verdure, cereali e altri vegetali per un perfetto equilibrio nutrizionale finale dei piatti.
Ci sono poi sostanze il cui contributo anche in termini di forte prevenzione sono estremamente importanti come gli acidi grassi omega-3 salutari per il cuore e per tutto il sistema cardiovascolare.
Per alcuni però il dubbio che insieme al pesce si possano introdurre dosi nocive di mercurio, una componente potenzialmente molto dannosa, arriva a dissuaderli nel comprare e consumare pesce che se scelto con cura, come quello azzurro non allevato, rimane invece una fonte preziosa che è un vero peccato non integrare nella dieta.
Un team di ricercatori dello University of Tennessee Health Science Center, Memphis, si è incaricato di verificare quanto questi timori fossero realmente fondati se non altro per trovare soluzioni alimentari di consumo alternative.
Per questo hanno esaminato e estrapolato una serie di dati su un esteso campione di adulti compresi nel National Health and Nutrition Examination Survey per un periodo che andava dal 2003 al 2012.
Sono stati controllati in particolare i livelli di mercurio nel sangue, che facevano parte di altri monitoraggi paralleli, in relazione al tipo di dieta seguita, alle patologie soggettive e quando accadute alle cause di morte avvenute.
Nessuna dipendenza apparente è stata trovata tra consumi medio elevati di pesce e frutti di mare, livelli di mercurio nel sangue, innesco di patologie specifiche, cause di mortalità e malattie cardiovascolari.
Concludendo che un consumo di pesce moderato scelto con attenzione e privilegiando le specie a maggiore valenza nutrizionale porta indubbiamente più benefici che problemi e in particolare per quanto riguarda la salute cardiovascolare nel suo insieme.
Quando si raccomanda il consumo di noci per i numerosi benefici che portano all’organismo è importante capire che ci si sta riferendo a noci intere, quelle il cui frutto interno e ben celato, protetto e nascosto da agenti esterni dal massiccio guscio e che per essere consumate devono essere aperte al momento del consumo facendo almeno un po’ di fatica, ma si tratta di una fatica ben spesa lo possiamo assicurare!
L’apertura di una noce per quanto tenace non è mai un impresa comunque, spesso basta la lama di un semplice coltello che infilata nell’apertura superiore o inferiore forza l’apertura del guscio, altrimenti si può sempre ricorrere allo strumento per eccellenza, lo schiaccianoci.
È importante precisare questo perché non è pensabile ricevere tutti i benefici delle noci se queste sono consumate già sgusciate, in confezioni che per quanto protette e sigillate rischiano spesso di contenere gherigli ossidati se non addirittura trattati con qualche sostanza, per quanto lecita, adatta a farle durare più a lungo.
Sia in un caso che nell’altro comunque ci si ritroverebbe di fronte a frutti vecchi, con meno sostanze protettive e benefici ridotti anche se obbiettivamente non in maniera drastica.
E sarebbe un vero peccato perché le noci di fatto vantano un lunghissimo elenco di sostanze estremamente preziose per la salute e soprattutto estremamente efficaci come arma preventiva nei confronti di moltissime patologie.
Non a caso sono oggetto continuo di studi, al centro di campagne di buona alimentazione, citate da numerosi ricercatori come pietre di paragone di un concentrato di salute.
Un aspetto interessante che farà felice le donne e in realtà anche molti uomini è la loro benevola e potente azione rigeneratrice sulla pelle tale da eliminare molte problematiche e donare una lucentezza unica.
Vediamo allora quali sono le sostanze contenute nelle noci a beneficio della pelle e le motivazioni della loro influenza positiva che per altro va ben oltre la sola pelle.
Come primo elemento sostanziale abbiamo la vitamina E un micronutriente potente la cui mancanza genera molte problematiche e compromette diverse reazioni di prevenzione attiva, nel caso del nostro organo esterno più esteso ne garantisce la tenuta nel tempo, ne amplifica di molto la lucentezza, elasticità e morbidezza con la piacevole conseguenza di minimizzare molti degli inestetismi che si presentano con l’avanzare dell’età.
Sempre nell’ambito delle vitamine nelle noci ritroviamo abbondanti dosi di quelle del gruppo B che nel loro insieme, essendo in realtà divise in sotto categorie distinte, sono le responsabile della rigenerazione di nuove cellule della pelle attenuando di molto le sollecitazioni al prurito, gli arrossamenti di vario tipo e l’accumulo sotto pelle di elementi di disturbo alla buona salute di questo importante organo esterno.
Dobbiamo poi sapere che le noci contengono un singolare e interessante mix di Omega 3 e 6 in un equilibrio discretamente efficace visto che spesso in un cibo prevalgono i primi o i secondi.
Gli effetti di queste sostanze chiamate omega riguardano in particolare la potente attività antiinfiammatoria utile a praticamente tutto nell’organismo, ma che nel caso della pelle amplifica di molto la sua elasticità e tolleranza alle aggressioni e irritazioni contrastando anche la formazione di acne e dermatiti.
Per completare il quadro informativo, anche se in realtà più vasto e esteso, segnaliamo come le noci portano benefici concreti alla pelle anche con applicazioni esterne tramite impacchi e creme di varia formulazione.
Ma anche con il naturale olio che da questi frutti secchi, ricchi in grassi, si può ottenere, un olio quello di noci ricco di antiossidanti, sali minerali e acidi grassi essenziali, particolarmente efficace sulle pelli grasse e problematiche su cui si assorbe facilmente senza lasciare particolari residui.