Conservate le uova a temperatura ambiente per almeno 2 ore, lavate un’arancia, asciugatela e grattugiate un cucchiaino della buccia, da cinque uova separate gli albumi dai tuorli e mettete in una ciotola pulita 2 uova intere e 4 albumi conservando a parte i 5 tuorli e l’albume rimasto, aggiungete lo zucchero a velo e la buccia di arancia grattugiata.
Montate con una frusta elettrica per circa 10 minuti in modo da triplicare la massa iniziale e ottenere una spuma chiara molto densa e compatta (se incerti sulla compattezza continuate a montare per altri 2-3 minuti), aggiungete la metà della farina, la frumina e il lievito setacciati insieme e con una frusta a mano mescolate delicatamente dal basso verso l’alto, completate con le nocciole frullate finemente.
Trasferite l’impasto in una tortiera tonda da 26-28 cm circa imburrata e infarinata e cuocete nel forno caldo a 200 gradi per 15-20 minuti, trasferite la torta su una griglia e lasciatela completamente raffreddare.
A parte portate lentamente a ebollizione il latte, mettete in una terrina i tuorli conservati e lo zucchero semolato montandoli per alcuni minuti con una frusta, aggiungete la farina rimasta mescolata con la maizena e dopo averla ben amalgamata allungate il tutto con il latte caldo, trasferite nella pentola del latte e cuocete la crema fino ai primi segni di ebollizione.
Rimanendo a 2 cm scarsi dal bordo incidete sulla torta con un coltello affondato parzialmente nell’impasto un cerchio in modo da riuscire e prelevare l’impasto interno e formare un incavo vuoto da riempire, recuperate la pasta interna svuotata eliminando la superficie marrone e riducetela in piccole briciole.
Sbucciate completamente le arance, tagliatele a dadini e mescolatele con la crema di uova e il settimo albume rimasto montato a neve ferma, riempite l’interno della torta spalmando con un poco di crema anche bordi e pareti esterne, rivestite il tutto con le briciole di impasto a simulare dei fiori di mimosa, cospargete a scelta con poco zucchero a velo, raffreddate bene e servite.
